11 marzo 2021

Caro Ale ti scrivo, così mi distraggo un po'

Oggi sono venuto a sapere che il mio caro amico di gioventù, Ale, non c'è più. Ricoverato in ospedale a Berlino, da tempo era emigrato in Germania, ha contratto il Covid-19 ed intubato praticamente subito, ha avuto un grave problema cardiocircolatorio ed è morto. Non so molto bene i particolari, anzi questo è tutto quello che so, anche perché da tempo ci eravamo persi di vista e non conosco le persone che gli sono state vicine fino alla fine. Amicissimi quando eravamo ventenni, lavoravamo nella stessa azienda venendo dallo stesso corso di studi, ma dopo qualche anno di frequentazione assidua, le nostre strade si erano divise, ora so in maniera definitiva.

Ero sempre stato io quello che voleva andare via, a fare esperienze e anzi non sopportava la piccola realtà locale. Volevo andare a vivere negli USA, magari a Boston per via della mia fede nei Celtics, mentre lui mi prendeva sempre in giro ripetendomi che bene come a casa propria non si stava da nessuna parte del mondo. Quel casa propria è una piccola porzione della Riviera Romagnola per contestualizzare. Mi fa davvero strano ripensare a quei giorni e per un caso strano sono io quello rimasto sempre qui, mentre lui, al tempo con mia enorme sorpresa, se ne andò via per fare esperienza all'estero, con molto coraggio, quello che credevo di avere e che lui ha sempre dichiarato di non possedere. 

Ale non si è voltato più indietro, si è costruito una famiglia all'estero, ha tagliato i ponti col passato ed ha imparato ad essere un cittadino del mondo. In Italia ci veniva poco, ormai erano anni che non metteva piede sul nostro suolo, ed incredibilmente, non gli mancava per niente. Ci sentivamo poco ormai, anzi quasi facevo fatica a riconoscerlo visto che il suo italiano si era fatto vagamente incerto in questi quasi vent'anni di vita all'estero, ma nelle rare circostanze in cui ci sentivamo il cambiamento lo avvertivo, parlando spesso dell'Italia come di un luogo lontano, come se non gli appartenesse più. Lui radicato alle sue radici, aveva invece tagliato i legami ed era felice, molto felice, aveva fatto quello che nessuno si aspettava da lui, avere il coraggio di prendere la sua vita in mano e dargli una direzione. Il fatto che il maledetto destino condito da un infame virus, gli ha stroncato la vita così presto, non scalfisce nulla di quello che era diventato.

Gli vorrò sempre bene e lo ringrazio per tutti i momenti di beata felicità che abbiamo vissuto insieme. Il suo esempio ed il suo coraggio, mi accompagneranno sempre ed è questo il suo grande lascito, non aver paura di seguire i tuoi istinti e cambiare, se vuoi hai il potere di fare qualunque cosa.

Grazie Ale, grazie per il tuo insegnamento, non ti dimenticherò mai amico mio.

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Tondo è bello...

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