27 novembre 2010

Sistemi aperti, una scelta dovuta.

Anni fa (molti anni fa visto che parliamo del 1969), venne creato un sistema di comunicazioni ed interscambio dati che tra le caratteristiche avrebbe dovuto avere quella di resistere ad un attacco nucleare e continuare a funzionare anche se alcuni nodi fossero stati distrutti. Se a qualcuno pare di notare qualcosa di familiare su quanto detto, avete perfettamente ragione. Sì perché ho illustrato, in maniera molto sintetica, alla nascita di Internet.

Partendo dall'assioma di pluralità e libertà alla base della diffusione della madre di tutte le reti, vi fu nel corso del tempo un florilegio di aziende che contribuirono tantissimo allo sviluppo di tecnologie e software per migliorare quando di grandioso i ricercatori avevano intuito.

Tutto era molto pionieristico e naif, fino a quando qualcuno non intuì che il centro del commercio non sarebbe stato nell'hardware, ma nel software. Così si pensò bene di imbrigliare quello che era sempre stato uno degli aspetti fondamentali dell'informatica, cioè la condivisione del codice. La base di questa inversione di marcia fu la creazione dei sistemi operativi, software pressoché identici che giravano su macchine anche molto diverse da loro e per quali si sarebbe dovuta pagare una licenza per il loro utilizzo. Vi suona familiare anche questo? Sì però non fu né MicrosoftApple a creare questo tipo di business, ma bensì AT&T con versioni diverse di Unix.

Sempre negli stessi anni (siamo nei ruggenti '80) però il rifiuto di alcuni di lavorare in un sistema chiuso e in aperta concorrenza con la diffusione del software se non per fini commerciali, fece nascere in alcuni uomini ed in uno in particolare, Richard Stalmann, la volontà di creare qualcosa di aperto che permettesse la libera diffusione di idee e soluzioni abbattendo i limiti imposti dalle case di produzione. Era nata la FSF ed era stato creato un sistema aperto che venne chiamato GNU. Il resto lo fece la diffusione del Personal Computer (PC), la creazione della GPL e la nascita del 1991 di un sistema aperto chiamato Linux.

Sono passati molti anni da quando il software, l'hardware e tante menti geniali creavano le basi per un mondo "informatico" migliore. Due delle grandi idee si sono nel frattempo sviluppate ed affermate e cioè avere sistemi aperti di comunicazione e software, sempre aperti, che permettessero di interagire con quelle dannate scatolette che avete davanti agli occhi in questo momento.

Ma a che punto siamo realmente oggi? Beh a dire il vero non è cambiato molto. Il monopolista tra i software di massa ora si chiama Microsoft e l'apertura tecnologica è sempre nelle mani della FSF e del movimento da essa derivato, l'Open Source. Però in quasi vent'anni gli strumenti sono cresciuti a dismisura e GNU/Linux (questa è l'esatto modo per riferirsi ad un sistema che ha strumenti GNU ed kernel Linux) hanno raggiunto un grado di usabilità incredibile. Progetti come Ubuntu, Debian, Mint, Slackware, Fedora e davvero tanti altri, hanno messo nelle mani degli utenti dei sistemi operativi e dei software di una affidabilità estrema. Però in pochi lo sanno ed in Italia ancora meno.

Sono sempre per la più piena libertà di espressione e quindi non dirò mai a nessuno che fa male ad utilizzare un prodotto anziché un altro. MAI. Questo è integralismo e questo modo di pensare porta sempre guai. Però mi chiedo (e me lo chiederò fino a che campo), come mai non ci sia la curiosità di verificare se c'è un bel giardino oltre il muro di cinta e se magari si vive meglio in quel giardino. Ok, passatemi la metafora, ma il senso del mio discorso è questo: PROVATE e siate CURIOSI. Non bisogna restare ancorati a convinzioni ancestrali e/o inculcateci per qualche strano senso del pericolo. La possibilità di scegliere c'è.

Tutto questo discorso poi però diventa rabbia. Sì perché se parliamo di libere persone che del loro tempo e dei loro soldi possono fare quello che vogliono, nulla da dire, siete appunto liberi. Ma quando il discorso va sulla pubblica amministrazione e tocca i soldi di tutti noi e no, qui mi incazzo. Accordi presi con aziende private con software proprietario, che in realtà non fanno altro che fornire programmi base (un foglio elettronico o un programma di posta) proprio no, questo è uno spreco ingiustificato.

Non c'è nessuna possibilità che qualcuno mi convinca che ci sia la necessità in aziende pubbliche (stati, regioni, provincie, comuni, enti, etc) di dover stringere rapporti economici tanto costosi e tanto ingiustificati. E' una condicio sine qua non il passaggio a sistemi aperti in tutti i casi siano i cittadini a pagare per quella risorsa. Sento o leggo che le motivazioni sono in realtà delle scuse, come quelle degli standard o della facilità d'uso, cosa che si potrebbe smontare in minuti cinque, viaggio alla macchinetta del caffé incluso. Qui deve vincere la ragione sulla politica e, specie in Italia, questo non è sempre facile.

La strada è tracciata da tanti nel mondo, che partendo dalla motivazione economica decidendo di tagliare costi, si sono accorti poi che gli strumenti adottati altro non erano che prodotti validissimi. Quindi cosa aspettare, andiamo anche noi verso quella strada, senza paraocchi, ma usando il nostro cervello per capire che siamo liberi di scegliere, sempre.

Uomini liberi hanno inventato sistemi liberi di comunicazione e di interazione, non dobbiamo e non vogliamo che la loro eredità intellettuale vada persa nel tempo, come lacrime nella pioggia (Ohhhhhhh).


NOTA: il discorso introduttivo è volutamente e forzatamente concentrato. Ho inserito link che vi rimandano ad approfondimenti assolutamente dovuti. Se volete capire che una strada diversa c'è e quando poi si parla dei nostri interessi, almeno "conoscere" credo sia dovuto.

10 novembre 2010

Geany snippets

Sempre nel segno del Genio della lampada, al secolo Geany, vi presento grazie ad un video dell'utente tkarbownicki, una feature molto utile e che permette di scrivere codice con una velocità insospettabile. Sono i cosiddetti snippets, letteralmente frammenti, che permettono con una singola riga di testo di decidere il comportamento del programma.



Davvero un grande amico. Geany rules.

07 novembre 2010

Un Genio al mio fianco.

Sono anni ormai che scrivo codice (non voglio contare quanti) e ormai ho provato svariati IDE, Editor o affini. Amo fare classifiche, ma stavolta non c'è davvero bisogno perché c'è un solo vincitore: Geany.

Scoperto per sbaglio qualche anno fa mentre "spataccavamo" col prode Baz!, ormai Geany è entrato nel mio lavoro quotidiano e farei davvero fatica a lasciarlo per una altro IDE/Editor. Ha alcune cose di un comodo assurdo (come un terminale all'interno dell'IDE stesso) e permette davvero una flessibilità enorme anche grazie ai tanti plugins disponibili.



Ma allora è davvero il miglior prodotto in ambito GNU/Linux? No, ovviamente no. Esistono molti altri editor che hanno una profondità del tutto diversa e che hanno una completezza diversa, ma anche un "peso" diverso (penso a Netbeans o Eclipse per dirne un paio), che vogliono una macchina non banale per girare adeguatamente. Però ognuno si sente a casa coi propri strumenti e io mi sento a casa quando ho Geany pronto ad aiutarmi col codice di Python, wxPython, PHP, HTML o Javascript che sia.

Però una richiesta c'è e naturalmente l'ho già inoltrata agli sviluppatori che tanto gentilmente mi hanno risposto molto velocemente. Vorrei che trovandosi sul tag di apertura, specie quelli HTML, fossero evidenziati quelli di chiusura in tempo reale, come avviene per la quasi totalità di tutti gli altri IDE/Editor. Se verrà fatta questa banalità, Geany sarà il mio IDE perfetto.

Se volete aggiornare e/o provare Geany con l'ultima versione disponibile non vi resta che digitare da console:
sudo add-apt-repository ppa:geany-dev/ppa
sudo apt-get update
sudo apt-get install geany geany-plugins


Rock n' roll Geany.

Che bella sorpresa LXDE

Dopo un po' di tempo ho deciso di cambiare DE sul mio fedelissimo Microbo. Da Xfce quindi mi sono deciso a passare a Lxde. Prima impressione: una figata pazzesca, per dirla alla Beppe Grillo.

Subito entrato nel sistema noto una certa eleganza rispetto alla DE precedente, e la velocità di reazione è davvero sorprendete. Non riesco davvero a capire perché ci ho messo così tanto per usare Lxde. Configuro le due cosine basilari e sono pronto per l'utilizzo.



Unica cosa vorrei delle icone sul Desktop per lanciare velocemente le applicazioni preferite. Tasto destro sul desktop come al solito e... nulla, non c'è nulla. Mi chiedo come si faccia ad aggiungere dei lanciatori e la soluzione è semplice. Basta creare dei link simbolici.

Facciamo un esempio esplicativo: voglio aggiungere l'icona per lanciare NOME_PROGRAMMA (es.:Iceweasel) sul desktop. Bene apriamo il terminale e digitiamo:
ln -s /usr/share/applications/NOMEPROGRAMMA.desktop /home/nomeutente/Scrivania/NOMEPROGRAMMA.desktop

Quindi se volessi mettere Iceweasel sul Desktop scriverei:
ln -s /usr/share/applications/iceweasel.desktop /home/nomeutente/Scrivania/iceweasel.desktop

NOTA: Al posto di scrivania potreste avere Desktop nella vostra installazione, che quindi nella seconda parte del codice esposto sarebbe:
... /home/nomeutente/Desktop/iceweasel.desktop

Semplice non trovate? Unica nota non credo che si possano spostare le icone e queste verranno allineate in automatico, almeno credo, approfondirò a breve.

Rock n' roll a tutti..

05 novembre 2010

Linux chi?

Oggi pomeriggio ho ricevuto una telefonata da parte del gestore di fonia col quale sono abbonato, che mi chiedeva se potevo rispondere ad un brevissimo sondaggio sul mondo informatico.

Di solito rispondo sempre affermativamente e questo tipo di domande e oltretutto incuriosito dal tema ho accettato ben volentieri. Ecco la conversazione che abbiamo avuto, parola più, parola meno.

Operatore: Ha installato sul suo computer un antivirus?
Io: No.

O: Si tratta di una antivirus gratuito o a pagamento?
I: Non ho un antivirus.

O: Ha mai pensato di acquistare un antivirus?
I: Non ne ho bisogno.

O: Scusi ha detto, non ne ha bisogno? Ma lei possiede un computer?
I: Sì ho detto così e sì ne ho più di uno.

O: Lei naviga in internet?
I: Ovviamente sì ed anche svariate ora al giorno.

O: Possiede un sistema operativo di ultima generazione?
I: Cosa intende per ultima generazione? Rilasciato di recente?

O: Intendo dire se ha adottato un sistema operativo recente. Le spiego meglio. Quando avvia il suo computer dopo le schermo nero, che tipo di logo le appare? Questo logo si compone da quattro lucine fluttuati che poi compongono il main logo?
I: No, quando accendo il computer vedo 5 pallini verdi.

O: Verdi?
I: Sì verdi, ma c'è anche una scritta.

O: Che cosa recita?
I: Mint, Linux Mint.

O: (silenzio inquietante)
I: Pronto!?!

O: Sì sono qui, controllavo una cosa.
I: Quindi?

O: La ringrazio per la disponibilità e la saluto.
I: Mi scusi e l'antivirus?

O: Non rientra nei parametri del sondaggio.
I: Ah capisco, Linux spaventa sempre...

O: Nuovamente...
I: La saluto.

Siamo nel 2010 e non sempre il logo in avvio è una finestra colorata.

NOTA: Non ho nulla contro l'operatore per carità (fa il suo lavoro ed anche per due soldi oltrettutto).

02 novembre 2010

Liberi dai trofei

Mi reputo in discreto fanatico fruitore di videogames (già questo termine mi urtica), ma sicuramente non mi ritengo un fan dei trofei. Certamente durante il gioco quando si raggiungono alcuni traguardi con nomi bizzarri, questi mi strappano un sorriso, ma poi torno subito sul focus del gioco, dimenticando quanto raggiunto.

Scelgo con accuratezza i titoli a cui giocare, non solo per l'aspetto economico, ma perché avendo sempre meno tempo i momenti di svago vanno valorizzati. Quindi in un gioco mi concentro prima di tutto sulla storia in singolo e sono affascinato dalla trame dei giochi avvincenti (Half Life ha fatto scuola in questo). Però non mi interessa più di tanto rigiocare allo sfinimento una storia solo per beccare un trofeo in più. Non voglio certo biasimare chi lo fa e non voglio certo impedire di essere criticato da coloro che diventano dei mostri in determinati titoli. La mia esperienza di gioco potrà essere anche inferiore (discutiamone), ma a me questo basta.

Il divertimento per me è molto cinematografico e finite le emozioni della storia principale, difficilmente mi soffermo sulle missioni secondarie. Bravi a tutti voi che avete tempo e voglia di finire un gioco al 100%, completando tutto quello che è possibile completare, ma non io. Mentre il giocatore incallito si ostina a voler finire tutto un titolo, probabilmente io sarò passato ad un altro e vivendo altre emozioni.

Credo che siano due lati della stessa medaglia, cosa scegliete testa o croce?

Tondo è bello...

Tondo è bello...