19 agosto 2009

I'm still alive

Ho ricevuto diverse emails (grazie a tutti voi) che mi chiedevano come mai mi fossi fermato nelle lezioni di Python e dintorni.

Beh a dire il vero l'unico motivo che mi ha portato a sospendere le lezioni è il poco tempo, che in questa estate è stato davvero tiranno. Prima pressanti consegne lavorative e poi un problema fisico et voilà l'estate è finita. Non disperate presto ricominceranno.

Ma parliamo di altro. Il titolo del post mi ricorda un pezzo dei Pearl Jam e la trasmissione "Le 7 vite del rock: Grunge" in onda su History Channel.

A parte il contenuto discutibile della trasmissione che più che grunge avrei chiamato i R.E.M. incontrano i Nirvana, vengono definiti i Pearl Jam come ultimi arrivati del grunge e che hanno solo cavalcato l'onda.

Beh cazzate, per svariati punti che riassumo in:

1. Se Alice in chains, Soundgarden, Mudhoney (Melvins), Mother Love Bone ed ovviamente i Nirvana sono stati i gruppi consacrati, indubbiamente ci sono anche i Pearl Jam nell'onda grunge non fosse altro per una questione cronologica che vede TEN risalire al 1991 anno dell'esplosione planetaria.

2. Proprio i Mother Love Bone, nati dalle ceneri dei Green Rivers, avevano al loro interno Ament e Gossard che sarebbero poi i creatori dei Pearl Jam in seguito e quindi, semplificando, fin dal 1987 erano anima principe del movimento underground di Seattle.

3. Proprio con la morte di Wood (cantante dei MLB) si creò un progetto per la sua commemorazione chiamato Temple of the dog (uno dei più limpidi manifesti del grunge), che oltre ai citati Ament e Gossard, aveva al suo interno anche un giovane di San Diego, Eddie Vedder, che non devo certo dirvi dove lo ritroveremo per i vent'anni successivi.

Per questo ed un'altra serie di motivi basta col dire che i Pearl Jam non sono parte della rivoluzione grunge, altrimenti mi arrabbio [cit.]

A presto.

Tondo è bello...

Tondo è bello...