17 giugno 2007

Heineken Jammin Festival: il suono della tempesta

VENEZIA 15.06.2007 - Nonostante i miei propositi di non andare più al jammin festival anche quest'anno per amore del rock n' roll ci sono ricascato. I Pearl Jam hanno rappresentato un'attrattiva troppo forte per poter resistere.

E quindi con la mia fida compagna di concerti ChCh, ci siamo diretti verso la nuova sede del concerto a Venezia. Tralasciando la fatica, le code e i lunghi tragitti a piedi per arrivare ci ritroviamo alle 16 circa al parco San Giuliano di Mestre aspettando i nostri idoli musicali.

Ci gustiamo (da arrabbiati n.d.c.s.) lemani e siamo in attesa dei My Chemical Romance quando accade l'imponderabile.. Al posto di chitarre, bassi e batterie si scatena una tempesta non di suoni ma di pioggia, vento e grandine...

Evidentemente a madre natura questo concerto non doveva piacere poi molto.

Chicchi di grandine grossi come olive e fuggi fuggi generale, e noi ci ritroviamo in balia degli eventi. Trovo un riparo dalle raffiche laterali dietro una transenna vicinissimi al palco, ma senza un riparo sulla testa ci accorgiamo che la grandine fà davvero male, ho anche i pantaloni corti e ChCh sente tutta la potenza della tempesta sulle nocche delle mani protese al cielo in cerca di clemenza, almeno così credo..

Fatico a vedere qualcosa, intorno a me c'è un vento folle. Alzo gli occhi al cielo, ed un muro di intemperie mi si para davanti. Guardo in alto credendo di scorgere Eolo in persona mentre ci sputa addosso ed invece vedo l'enorme palco spostarsi in avanti ed oscillare paurosamente. Questa visione mi fa pensare che forse ho le allucinazioni da freddo oppure siamo difronte alla tempesta perfetta, anche se non vedo surfisti con le loro fide tavole in cerca di gloria.

ChCh suggerisce, con una fuga strategica, che il tempo della stoicità è finito e mi fa strada verso la tenda dell'infermeria dove scampiamo a parte della bufera. Ma le strutture fuori non tengono e crollano otto torri dell'amplificazione, rovinando su alcune persone che si erano rifugiate sotto. Tanto spavento e qualche osso rotto per gli sventurati rimasti intrappolati dai tubi e dalle impalcature crollate.

Vedo intorno a noi tanta amarezza ed incredulità, la stessa che provo io, ma a differenza di ChCh, non comprendo forse fino in fondo che la grande mietitrice ci è passata davvero vicina, molto più di quanto noi tutti pensiamo..

Non abbiamo visto ore di spettacolare musica, ma il sentimento che alberga in noi non è di frustrazione per non aver visto i nostri gruppi, ma quello di gratitudine per essere vivi ed incolumi.

Questo scarno racconto non rende pienamente giustizia ad un momento davvero brutto nel quale la differenza tra disastro e tragedia è stato davvero molto esile. Per dirla alla PJ, i'm still alive... Vedete alcune foto qui sotto che forse vi fanno capire quanto stavolta madre natura si sia incazzata...




















Tondo è bello...

Tondo è bello...