Oggi ho letto un'interessante intervista di Francis Ford Coppola, regista della saga del Padrino e del meraviglioso Apocalypse Now, che ha dichiarato che non sta scritto da nessuna parte che un artista debba guadagnare e far soldi per la sua arte. Citando testualmente il Coppola pensiero: "Mi spareranno per avere detto questo..Ma chi ha detto che l’arte deve costare del denaro? E che gli artisti devono guadagnare?"
Davvero un concetto molto interessante quello espresso dal grande regista che fa riferimento anche al passato ed alle corti di artisti: "Gli artisti non hanno mai avuto denaro. Avevano un mecenate, il capo di stato o il duca di Weimar. Oppure, da qualche altra parte, la chiesa o il papa. O avevano un altro lavoro."
Questa è una posizione estrema, ma di sicuro interesse. La distribuzione dei brani, dei film ed in generale delle opere audiovisive con l'espansione della rete, ha subito un radicale cambiamento e chiaramente non ha tenuto il passo con i nuovi mezzi. Vessare i prodotti con tasse e balzelli spesso ingiustificati, è un autogol clamoroso. Tutto questo non fa altro che rimandare l'inevitabile, cioè la fine dell'attuale modo di diffondere l'arte.
Una volta dominava la radio, poi i dischi in vinile e poi i CD. C'è stato il periodo della televisione e oggi domina la diffusione sulla madre di tutte le reti. Notare che le spese di produzione di un CD musicale sono circa il 7% ed altrettanto per la distribuzione rispetto al prezzo finale, cosa che può far facilmente capire che iniziare a togliere queste spese dalla diffusione non fisica del supporto, inciderebbe già subito per un 14-15% del totale. Le tasse e le cosiddette royalties invece incidono per un valore variabile, ma comunque troppo alto, considerando anche e non solo quelle dell'artista, ma anche dall'etichetta e delle varie categorie, oltre all'immancabile SIAE.
Ma la soluzione c'è ed è a portata di click. Nei vari stores specializzati si può personalizzare la ricerca e l'acquisto anche di singoli brani, anche se per qualità, diffusione e completezza e sopratutto fiducia dell'utente, c'è ancora qualcosa da fare. Gli internauti nel mondo sono due miliardi e quindi la fruizione dei contenuti, per chi non se ne fosse accorto, è già cambiata. Lastfm, Youtube ed affini solo per citarne alcuni, stanno riscrivendo il concetto di visualizzazione (anche se coniugare questo con il "pagamento" del dovuto è davvero difficile).
Ovvio che l'era del tutto free è passato, ma anche quella del paga perché devi farlo. Una giusta via di mezzo è un diritto ed un dovere di tutti i soggetti coinvolti e trovare una strada per valorizzare gli artisti e non penalizzare gli utenti è quello che tutti noi ci auspichiamo.
Rock and roll a tutti.