Frankenstein's PC: confessioni di un assemblatore compulsivo
Ah, l'odore della termal paste al mattino! Non c'è niente di meglio per iniziare la giornata se non il profumo di silicio nuovo e quel brivido down the spine quando premi il pulsante di accensione di un PC appena assemblato. FUNZIONERÀ?
Sono 35 anni che mi dedico a questo rituale tribale. Dal primo 386 che ho costruito con parti recuperate da un mercatino dell'usato (sì, all'epoca esistevano i mercatini di componenti PC, non guardatemi così), fino all'ultimo mostro RGB che fa sembrare la mia stanza un rave party permanente. E ogni volta, OGNI. SINGOLA. VOLTA. qualcosa va storto.
Il Black Friday è diventato il mio Natale personale. Passo mesi a studiare benchmark, confrontare prestazioni, leggere review. E poi, quando finalmente arriva il giorno, eccomi lì: sveglio alle 3 del mattino, carte di credito pronte, e quella lista dei desideri che farebbe piangere il mio commercialista.
Lista upgrade tipica: - CPU nuovo modello (perché il mio è "vecchio" di 6 mesi) - Scheda madre ("questa ha un VRM migliore") - RAM ("serve più RGB") - Dissipatore ("quello vecchio fa troppo rumore") - Case nuovo ("c'è più airflow")
E poi arrivano i pacchi. OH, I PACCHI! Come un bambino a Natale, solo che invece di trovare giocattoli trovo componentistica che probabilmente causerà il prossimo kernel panic. Ma chi se ne importa! L'emozione di aprire una nuova CPU è paragonabile solo alla paura di piegare un pin.
Il momento dell'assemblaggio è sacro. Il tavolo da lavoro viene preparato come una sala operatoria. Cacciaviti allineati come bisturi, pasta termica pronta come fosse un farmaco salvavita. E poi inizi quella danza antica quanto l'informatica stessa:
- Togli tutto dal case vecchio (imprecando per i cavi mal gestiti l'ultima volta)
- Installi la CPU nuova (sudando freddo)
- Metti il dissipatore (spalmando la pasta termica come se fossi un artista dell'astrattismo)
- Inserisci la RAM (con la delicatezza di un chirurgo e la forza di un culturista)
- Monti tutto nel case nuovo
- REALIZZI CHE HAI DIMENTICATO I DISTANZIALI DELLA SCHEDA MADRE
- Ricominci da capo
E poi arriva IL MOMENTO: il primo boot. Quel millisecondo infinito tra quando premi il pulsante di accensione e quando vedi il primo segno di vita. Le ventole girano? CHECK. LED accesi? CHECK. Beep di POST? ...nessun beep. PANICO.
I kernel panic sono diventati vecchi amici. Li conosco per nome. Quello delle 3 del mattino quando scopri che la RAM nuova non è compatibile. Quello del "ho aggiornato il BIOS e ora non boota più". Il classico "perché diavolo il PC si riavvia da solo ogni 17 minuti?"
Ma la soddisfazione quando tutto funziona... ah, quella è impagabile! Fino a quando, tre mesi dopo, AMD o Intel annunciano un nuovo processore e il ciclo ricomincia.
PS: Se pensate che sia una pazzia, sappiate che ho una collezione di vecchie schede madri che un giorno appenderò al muro come fossero opere d'arte. E LO SONO.
PPS: No, non ho mai contato quanto ho speso in totale. Alcune verità è meglio non conoscerle.
PPPS: Se sentite odore di bruciato dopo aver assemblato un PC, tranquilli: o è la PSU che sta prendendo fuoco.
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