From Zero: i Linkin Park sono tornati
Okay, confessione time: quando ho sentito che i Linkin Park stavano tornando con una nuova cantante, il mio primo pensiero è stato "NO, NO, e ancora NO". Come si può sostituire Chester? È come cercare di sostituire la Nutella con la crema spalmabile del Lidl... beh beh beh disse la pecora... semplicemente NON SI FA.
E invece... BOOM! Emily Armstrong arriva e mi fa ricredere più velocemente di quanto io possa dire "In the end". The Emptiness Machine mi ha preso a schiaffi già dal primo ascolto, con quella potenza vocale che non cerca di imitare Chester, ma porta qualcosa di completamente nuovo. È come quando pensi che la pizza con l'ananas sia un'eresia e poi la provi... no, aspetta, quella è un'eresia, cattivo esempio.
Ma parliamo di Two Faced, SANTA PIZZA! Quel pezzo è più cattivo di un gatto svegliato durante il pisolino pomeridiano. Il modo in cui Mike e Emily si alternano nelle parti vocali è come guardare un match di tennis giocato con le granate, esplosivo e imprevedibile.
L'album intero è un viaggio emotivo che fa l'impossibile: rispetta il passato mentre si lancia nel futuro. From Zero non è solo un titolo, è una dichiarazione d'intenti: "Ehi, ricominciamo da capo, ma portiamoci dietro tutto il bagaglio emotivo che ci ha reso chi siamo."
E possiamo parlare di quanto sia GENIALE il riferimento a Xero? È come se Shinoda ci stesse dicendo "Ehi, vi ricordate da dove siamo partiti? Beh, lo stiamo rifacendo, ma questa volta sappiamo cosa stiamo facendo." (Più o meno.)
La produzione è più pulita di casa mia quando aspetto ospiti, il che significa MOLTO pulita. Ogni strumento ha il suo spazio, ogni voce il suo momento per brillare. È come se qualcuno avesse preso il DNA dei Linkin Park e l'avesse fatto evolvere in laboratorio - ma in modo buono, non in stile Jurassic Park.
Ah.. se state ancora lì a dire "non saranno mai più i Linkin Park di prima", avete ragione. Non lo sono. Sono i Linkin Park di adesso, e va benissimo così.
Rock'n'roll....
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