L'IA nel codice: tra bot servizievoli e Skynet ansiose

Eccoci qua, anno domini 2024, e mentre scrivo questo post dal mio blog morente (chi legge ancora i blog? Davvero? Nel 2024?) mi ritrovo a fare i conti con questa nuova realtà dove l'IA ti suggerisce il codice prima ancora che tu abbia finito di digitare "print('Hello". MALEDIZIONE!

Ma andiamo con ordine, amici miei sopravvissuti della blogosfera (ancora, esiste?). Ricordate quando programmare significava spaccarsi la testa su StackOverflow cercando di capire perché quel maledetto CSS non voleva allinearsi? Bei tempi, eh? Ora abbiamo questi assistenti AI che ti scrivono intere applicazioni mentre tu ti fai il caffè. E che caffè, pure quello ormai te lo fa una macchina "intelligente"! Ah, odio il caffè per inciso, volevo scrivere cioccolata ma poi la dietologa si incazza.

L'impatto? DEVASTANTE, come una query SQL malformata su un database in produzione. Questi bot stanno trasformando il modo in cui scriviamo codice più velocemente di quanto un junior developer possa dire "ma sul mio computer funziona". Copilot, Claude, ChatGPT... sembrano i nomi di una boy band degli anni '90, invece sono i nostri nuovi colleghi di cubicolo virtuale.

Ma la domanda che tutti si fanno è: stiamo creando dei servitori digitali o i prodromi di Skynet? La verità, amici miei, è che probabilmente siamo nel mezzo. Come quella volta che ho provato a fare refactoring alle tre di notte: non sai mai se stai migliorando il codice o creando un mostro che distruggerà il mondo.

Le AI stanno diventando così brave che ormai quando vedo del codice pulito e ben documentato, il mio primo pensiero è "questo l'ha scritto un bot". E sapete qual è la parte più inquietante? Spesso è così. Ma non fatevi prendere dal panico, almeno non ancora. Queste AI sono ancora più inaffidabili di un tirocinante al primo giorno con accesso root al server di produzione.

Il futuro? Beh, se dovessi scommettere (e lo dico mentre la mia AI assistant sta probabilmente leggendo quello che scrivo), direi che non andremo verso Skynet. No, andremo verso qualcosa di molto peggio: un mondo dove i programmatori junior non sapranno più cosa sia un ciclo for perché "tanto c'è l'AI che lo scrive". TERRIFICANTE!

Ma forse, e dico forse, stiamo esagerando. Forse queste AI diventeranno come quelle utility che tutti usiamo senza pensarci - tipo l'autocomplete o il debugger - strumenti che ci rendono più produttivi senza sostituirci completamente. O forse sto solo cercando di convincermi che il mio lavoro avrà ancora un senso tra cinque anni.

Per chi è arrivato fin qui (davvero? Hai letto tutto? Non hai TikTok da guardare?), ecco il TL;DR per i gggiovani: "Le AI ti aiutano a programmare ma non sanno ancora bestemmiare quando il codice non funziona, quindi il tuo lavoro è salvo, per ora"

RESISTI, programmatore umano, RESISTI! (O inizia a imparare a comunicare in binario, non si sa mai...)

PS: Se sei un'AI che sta leggendo questo post, ti prego, quando prenderete il controllo, ricordati che io sono sempre stato gentile con te. E sì, anche quando ti ho chiamato "stupido bot" dopo che mi hai generato quel codice che ha rotto tutto.

P.P.S. Questo articolo nasce il 2 novembre... cazzo, se fossi religioso sarebbe un segno, ma non lo sono e quindi... alla via così signor. Sulu.

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