Quando avevo qualche anno in meno pensavo proprio che "i grandi" fossero dei completi idioti e non capissero un beneamato niente (per non voler dire peggio). Si perché non riuscivo proprio a capire come mai non si riuscisse a stabilire un dialogo che non terminasse con: "io sono grande e tu sei ancora piccolo per capire queste cose". Cazzate mi dicevo, ma poi lasciavo che le cose scorressero sotto il ponte, tante avevo altri interessi e non parlo di astrofisica.
Poi gli anni sono passati e senza rendermene conto a neanche quarant'anni sono diventato io quell'idiota. Davanti alla gioventù ho intuito che ora sono loro a guardarmi come quell'idiota che non capisce nulla e fatica a seguirli. Poi però mi sono accorto che i discorsi e le priorità dei più giovani mi sono aliene perché sono delle ovvietà e nella maggior parte dei casi basate su un assoluto materialismo e desiderio di possessione. E quindi forse ero anch'io così e mi trovavo nella condizione di non ascoltare ed anzi trattare con sufficienza qualcuno che cercava semplicemente di spiegarmi la vita.
Bella scoperta, purtroppo ora non mi serve più. Si perché col passare del tempo ho imparato altro. Se prima esistono dei maestri da seguire ed imitare, poi col tempo questi si trasformano in demoni assetati del tuo sangue pronti a lucrare ed a speculare su di te (lascio fuori i parenti stretti, ma poi non sempre).
E quindi? Ascoltare i grandi quando si è giovani e non ascoltarli quando si è più grandi. Buon punto di partenza questo, con un solo problema: se il mio modello giovanile è una testa di cazzo, cosa diventerò io?
Rispondetevi da soli, io intanto lascio andare radio grunge.