Qualche giorno fa ho appreso la notizia che tre dirigenti di Google sono sati condannati da un tribunale italiano. Da un estratto da Repubblica.it: "Per la prima volta al mondo, tre dirigenti di Google, il più popolare motore di ricerca su Internet, sono condannati per violazione della privacy. La sentenza, che provoca di fatto un caso diplomatico tra Usa e Italia, è del tribunale di Milano: il giudice Oscar Magi ha comminato sei mesi di carcere (con pena sospesa) a tre dirigenti della società americana - David Carl Drummond, ex presidente del cda di Google Italia, George De Los Reyes, ex membro del cda di Google Italiae Peter Fleitcher, responsabile delle strategie del gruppo - ritenendoli colpevoli di non aver impedito la diffusione di un video nel quale un ragazzo torinese con ritardo mentale era preso in giro e umiliato dai suoi compagni di scuola."
Fondamentalmente secondo il tribunale di Milano, Google dovrebbe monitorare ogni singolo file o contenuto messo online, per garantirne la sua corretta divulgazione.
IMPOSSIBILE!
Cari conterranei togati, voi di internet non ci capite molto. Il video in questione è odioso e siamo tutti concordi su questo, ma è difficilissimo, se non impossibile, vigliare sui contenuti web, vuoi per la mole dei dati, vuoi perché semplicemente non è da società civile, ma bensì da regime un tale comportamento.
Siamo entrati in un nuovo modo di fare "la rete" e la sigla Web 2.0 che tanto piace ai media, simboleggia il passaggio dal web passivo, dove l'utente fruiva dei contenuti e basta, a quello attivo, dove l'utente diviene "IL" protagonista. Se iniziassero a censurare risorse faro della rete come Youtube o similari, cosa sarebbe di questa libertà? Un disastro al quale non arriveremo, proprio perché la libertà di scelta imporrà anche ai legislatori uno sguardo attento, rendendosi conto che un progetto censoreo è in fin dei conti non realizzabile.
La rete è viva e non vuole essere imbrigliata: tu da che parte stai?
Nessun commento:
Posta un commento