Certamente è interessante ogni forma di interazione, sia essa virtuale o reale. Il perché è semplice: suona tutto dannatamente web2.0, dove con questa sigla identifichiamo la fusione tra le diverse entità della rete e i normali utenti, che con la sola forza delle loro idee possono dare giudizi e dare le proprie opinioni pro o contro.
Il web2.0 è come il rock 'n roll e noi le nuove rock star.
21 dicembre 2009
Suona la nuova cultura
13 dicembre 2009
La top10 delle scuse assurde per non utilizzare GNU/Linux
Prendendo spunto da Letterman per la forma e da Aetnanet per il contenuto, ecco una divertente classifica delle 10 scuse per non utilizzare GNU/Linux. Ovvio che tutte siano delle baggianate belle e buone, ma qui non non vanno fatti discorsi tecnici, ma solo sorridere un po'..
10: Linux, il sistema operativo da riga di comando?
9: Il mio hardware non è in grado di farlo funzionare.
8: E’ troppo restrittivo, non puoi fare niente senza inserire la password di root.
7: Ogni volta che mi abituo ad una distribuzione ne esce una nuova.
6: E’ incompleta, infatti non esiste uno strumento per la deframmentazione dei dischi.
5: I miei file sono a rischio virus.
4: Il sistema non si spegne automaticamente, devo farlo sempre manualmente.
3: Ha regole di sicurezza troppo restrittive, alcune volte non posso nemmeno accedere ai miei file.
2: Per effettuare gli aggiornamenti c’è bisogno di una linea veloce, che io non ho.
1: Come si cracca?
Rock n' roll a tutti...
05 dicembre 2009
Basta internet explorer 6
Il browser di cui parlo, contraddistinto dal numero di versione 6, era quello installato di default nelle prime versioni di Windows XP per intenderci. Ma i tempi cambiano e i programmi si aggiornano, e quando anche la propria madre lo dice, forse è proprio il caso di fare quanto richiesto e cioè non usare tale browser per la navigazione in rete. E' un discorso ampio di compatibilità misto a sicurezza, ma sappiate che utilizzare questo browser equivale ad usare un prodotto assolutamente obsoleto e fuori standard.
Intanto alcuni colossi del web hanno anticipato i tempi non garantendo più il supporto al browser. Parliamo ad esempio di Youtube, di Facebook e Digg. Le funzionalità ridotte sono solo la punta dell'iceberg, devo ancora aggiungere qualcosa o vi ho convinto?
Microsoft ha rilasciato versioni successive del proprio prodotto, ma visto che leggete queste righe e state pensando alla sua sostituzione credo che sia arrivata l'ora di fare il grande passo e passare ad un prodotto maturo, prestazionale e molto sicuro.
Parlo ovviamente di Firefox il browser della Mozilla Foundation che ormai vanta milioni di estimatori nel mondo e si sta assestando al 30% del mercato mondiale.
Sito di riferimento -> Link
Sito in italiano -> Link
Download diretto -> Link
Oltre alle doti sopra citate Firefox è un browser che vanta la disponibilità di molte personalizzazioni. Infatti, come dice il sito ufficiale, Firefox è l’unico browser davvero "personale": è possibile aggiungere nuove funzionalità grazie alle migliaia di componenti aggiuntivi disponibili: dalla gestione di aste online al caricamento delle foto digitali, dal controllo delle previsioni del tempo alla possibilità di ascoltare musica direttamente dal browser. Installando i temi si può invece cambiare l’aspetto dell’interfaccia e Firefox potrà, ad esempio, avere pannelli in finto legno o colori metallici.
Esistono alternative e potete provare anche altri prodotti come Chrome o Opera che però non raggiungono il livello di Mozilla Firefox per il quale vale spendere davvero un po' di tempo per capire le sue meraviglie.
Fatelo e dormirete sonni molto più tranquilli.
Intanto alcuni colossi del web hanno anticipato i tempi non garantendo più il supporto al browser. Parliamo ad esempio di Youtube, di Facebook e Digg. Le funzionalità ridotte sono solo la punta dell'iceberg, devo ancora aggiungere qualcosa o vi ho convinto?
Microsoft ha rilasciato versioni successive del proprio prodotto, ma visto che leggete queste righe e state pensando alla sua sostituzione credo che sia arrivata l'ora di fare il grande passo e passare ad un prodotto maturo, prestazionale e molto sicuro.
Parlo ovviamente di Firefox il browser della Mozilla Foundation che ormai vanta milioni di estimatori nel mondo e si sta assestando al 30% del mercato mondiale.
Sito di riferimento -> Link
Sito in italiano -> Link
Download diretto -> Link
Oltre alle doti sopra citate Firefox è un browser che vanta la disponibilità di molte personalizzazioni. Infatti, come dice il sito ufficiale, Firefox è l’unico browser davvero "personale": è possibile aggiungere nuove funzionalità grazie alle migliaia di componenti aggiuntivi disponibili: dalla gestione di aste online al caricamento delle foto digitali, dal controllo delle previsioni del tempo alla possibilità di ascoltare musica direttamente dal browser. Installando i temi si può invece cambiare l’aspetto dell’interfaccia e Firefox potrà, ad esempio, avere pannelli in finto legno o colori metallici.
Esistono alternative e potete provare anche altri prodotti come Chrome o Opera che però non raggiungono il livello di Mozilla Firefox per il quale vale spendere davvero un po' di tempo per capire le sue meraviglie.
Fatelo e dormirete sonni molto più tranquilli.
18 novembre 2009
Chrome OS brucia le tappe?
Attenzione ma forse ci siamo con Google Chrome OS, il prossimo sistema operativo pensato da Google e basato su applicazioni web. Insomma per stringere TechCrunch, un blog molto cool e che ci prende spesso, afferma che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, prima della fine di autunno.
La mia curiosità è quella di vedere se Chrome OS, che di fatto sarà un kernel Linux che si occupa dell'avvio del computer e della gestione delle periferiche e un'interfaccia che altro poi non è che il browser Chrome e che penserà a consentire l'accesso alle applicazioni, sarà utilizzabile e amichevole per i normali utenti.
Io sono molto curioso. R&R a tutti..
La mia curiosità è quella di vedere se Chrome OS, che di fatto sarà un kernel Linux che si occupa dell'avvio del computer e della gestione delle periferiche e un'interfaccia che altro poi non è che il browser Chrome e che penserà a consentire l'accesso alle applicazioni, sarà utilizzabile e amichevole per i normali utenti.
Io sono molto curioso. R&R a tutti..
08 novembre 2009
Leggo con un certo interesse la notizia in cui:
Recentemente Debian ha elevato al rango di distribuzione principale (main release) il progetto kFreeBsd, ovvero Debian su kernel FreeBsd. Le prossime edizioni di Debian dovranno avere lo stesso numero di pacchetti e frequenza di aggiornamento per ogni architettura hardware supportata anche su kernel FreeBsd (Zeus News).
E' davvero una svolta epocale ed i segnali, se proprio volevamo leggere, arrivavano da più parti. Il più forte di questi veniva dal padre di Linux in persona, Linus Torvalds, che aveva definito il kernel come grasso e pesante.
Ma dal punto di vista di noi utenti, quali sono i rischi? Beh è innegabile che alcuni problemi ci saranno, specie per quelle applicazioni strettamente legate al kernel, ma non però gli ambienti grafici, che girano abbastanza agevolmente su kernel diversi.
Trovo comunque molto interessante questa evoluzione, sono sempre curioso ed aperto ai cambiamenti, specie se ci avvicinano alla perfezione.
Rock n' roll a tutti..
Recentemente Debian ha elevato al rango di distribuzione principale (main release) il progetto kFreeBsd, ovvero Debian su kernel FreeBsd. Le prossime edizioni di Debian dovranno avere lo stesso numero di pacchetti e frequenza di aggiornamento per ogni architettura hardware supportata anche su kernel FreeBsd (Zeus News).
E' davvero una svolta epocale ed i segnali, se proprio volevamo leggere, arrivavano da più parti. Il più forte di questi veniva dal padre di Linux in persona, Linus Torvalds, che aveva definito il kernel come grasso e pesante.
Ma dal punto di vista di noi utenti, quali sono i rischi? Beh è innegabile che alcuni problemi ci saranno, specie per quelle applicazioni strettamente legate al kernel, ma non però gli ambienti grafici, che girano abbastanza agevolmente su kernel diversi.
Trovo comunque molto interessante questa evoluzione, sono sempre curioso ed aperto ai cambiamenti, specie se ci avvicinano alla perfezione.
Rock n' roll a tutti..
31 ottobre 2009
La rivoluzione in un'onda?
Sono un fan di Google o meglio più che un fan un attento fruitore. Ho trovato geniali molte delle rivoluzioni messe in piedi dai ragazzi di Mountain View e non riesco più a vivere senza alcuni dei loro servizi.
Detta questa doverosa premessa vorrei soffermarmi sull'ultimo prodotto uscito, Google Wave. Ho ricevuto qualche tempo fa l'invito ed è inutile che scrivete, non ne ho da distribuire e proprio da questa ultima riflessione mi viene in mente che l'hype (attesa) creata intorno al progetto sia più alta del desiderio di usare realmente l'applicativo e quindi un plauso agli uomini di marketing di BigG.
Venendo all'applicativo devo ammettere che non gli ho dedicato moltissimo tempo, però davvero l'ho trovato confuso e un po' "isterico" passatemi il termine. Ma che cosa è esattamente Goggle Wave. E' presto detto, non lo so esattamente. Si tratta di una "killer application" per le normali funzioni di comunicazione telematica, che dovrebbe prendere il posto di email, instant messaging e social network vari. Bene questo è quello che traspare, ma poi bisogna fare i conti con l'applicazione vera e propria.
Ditemi che non trovate l'aspetto un po' congestionato (lo screen non è del mio account). Con i miei contatti, che poi altro non sono che persone con le quali collaboro e con gli altri con le quali ho potuto parlare di questo progetto, mi hanno risposto più o meno sempre in maniera diversa alla fatidica domanda: cos'è?
Siamo dei poveri umani senza cervello è questa la verità e mi riprometto di testare attentamente questo nuovo prodotto, per il quale però resto perlomeno dubbioso ad oggi.
Forse cambierò idea dopo un attento esame.
Rock 'n roll a tutti i surfisti comunque.
Detta questa doverosa premessa vorrei soffermarmi sull'ultimo prodotto uscito, Google Wave. Ho ricevuto qualche tempo fa l'invito ed è inutile che scrivete, non ne ho da distribuire e proprio da questa ultima riflessione mi viene in mente che l'hype (attesa) creata intorno al progetto sia più alta del desiderio di usare realmente l'applicativo e quindi un plauso agli uomini di marketing di BigG.
Venendo all'applicativo devo ammettere che non gli ho dedicato moltissimo tempo, però davvero l'ho trovato confuso e un po' "isterico" passatemi il termine. Ma che cosa è esattamente Goggle Wave. E' presto detto, non lo so esattamente. Si tratta di una "killer application" per le normali funzioni di comunicazione telematica, che dovrebbe prendere il posto di email, instant messaging e social network vari. Bene questo è quello che traspare, ma poi bisogna fare i conti con l'applicazione vera e propria.
Ditemi che non trovate l'aspetto un po' congestionato (lo screen non è del mio account). Con i miei contatti, che poi altro non sono che persone con le quali collaboro e con gli altri con le quali ho potuto parlare di questo progetto, mi hanno risposto più o meno sempre in maniera diversa alla fatidica domanda: cos'è?
Siamo dei poveri umani senza cervello è questa la verità e mi riprometto di testare attentamente questo nuovo prodotto, per il quale però resto perlomeno dubbioso ad oggi.
Forse cambierò idea dopo un attento esame.
Rock 'n roll a tutti i surfisti comunque.
31 agosto 2009
Aggiustare il tempo
Aggiustare il tempo almeno in GNU/Linux si può. Ecco come farlo velocemente:
# date -s "08/31/2009 01:50:30" //formato "mm/gg/aaaa hh:mm:ss"
A questo punto, l'ora di sistema, quella software, è uguale a quella impostata.
Per regolare l'ora del computer, quella definita ora hardware:
# hwclock -r //legge l'ora del computer
# hwclock --adjust //regola i meccanismi di controllo dell'orologio del computer in modo da migliorarne la precisione
# hwclock --systohc //setta la data del computer a quella di sistema
Ecco fatto, abbiamo fatto del tempo il nostro alleato.
A presto.
# date -s "08/31/2009 01:50:30" //formato "mm/gg/aaaa hh:mm:ss"
A questo punto, l'ora di sistema, quella software, è uguale a quella impostata.
Per regolare l'ora del computer, quella definita ora hardware:
# hwclock -r //legge l'ora del computer
# hwclock --adjust //regola i meccanismi di controllo dell'orologio del computer in modo da migliorarne la precisione
# hwclock --systohc //setta la data del computer a quella di sistema
Ecco fatto, abbiamo fatto del tempo il nostro alleato.
A presto.
19 agosto 2009
I'm still alive
Ho ricevuto diverse emails (grazie a tutti voi) che mi chiedevano come mai mi fossi fermato nelle lezioni di Python e dintorni.
Beh a dire il vero l'unico motivo che mi ha portato a sospendere le lezioni è il poco tempo, che in questa estate è stato davvero tiranno. Prima pressanti consegne lavorative e poi un problema fisico et voilà l'estate è finita. Non disperate presto ricominceranno.
Ma parliamo di altro. Il titolo del post mi ricorda un pezzo dei Pearl Jam e la trasmissione "Le 7 vite del rock: Grunge" in onda su History Channel.
A parte il contenuto discutibile della trasmissione che più che grunge avrei chiamato i R.E.M. incontrano i Nirvana, vengono definiti i Pearl Jam come ultimi arrivati del grunge e che hanno solo cavalcato l'onda.
Beh cazzate, per svariati punti che riassumo in:
1. Se Alice in chains, Soundgarden, Mudhoney (Melvins), Mother Love Bone ed ovviamente i Nirvana sono stati i gruppi consacrati, indubbiamente ci sono anche i Pearl Jam nell'onda grunge non fosse altro per una questione cronologica che vede TEN risalire al 1991 anno dell'esplosione planetaria.
2. Proprio i Mother Love Bone, nati dalle ceneri dei Green Rivers, avevano al loro interno Ament e Gossard che sarebbero poi i creatori dei Pearl Jam in seguito e quindi, semplificando, fin dal 1987 erano anima principe del movimento underground di Seattle.
3. Proprio con la morte di Wood (cantante dei MLB) si creò un progetto per la sua commemorazione chiamato Temple of the dog (uno dei più limpidi manifesti del grunge), che oltre ai citati Ament e Gossard, aveva al suo interno anche un giovane di San Diego, Eddie Vedder, che non devo certo dirvi dove lo ritroveremo per i vent'anni successivi.
Per questo ed un'altra serie di motivi basta col dire che i Pearl Jam non sono parte della rivoluzione grunge, altrimenti mi arrabbio [cit.]
A presto.
Beh a dire il vero l'unico motivo che mi ha portato a sospendere le lezioni è il poco tempo, che in questa estate è stato davvero tiranno. Prima pressanti consegne lavorative e poi un problema fisico et voilà l'estate è finita. Non disperate presto ricominceranno.
Ma parliamo di altro. Il titolo del post mi ricorda un pezzo dei Pearl Jam e la trasmissione "Le 7 vite del rock: Grunge" in onda su History Channel.
A parte il contenuto discutibile della trasmissione che più che grunge avrei chiamato i R.E.M. incontrano i Nirvana, vengono definiti i Pearl Jam come ultimi arrivati del grunge e che hanno solo cavalcato l'onda.
Beh cazzate, per svariati punti che riassumo in:
1. Se Alice in chains, Soundgarden, Mudhoney (Melvins), Mother Love Bone ed ovviamente i Nirvana sono stati i gruppi consacrati, indubbiamente ci sono anche i Pearl Jam nell'onda grunge non fosse altro per una questione cronologica che vede TEN risalire al 1991 anno dell'esplosione planetaria.
2. Proprio i Mother Love Bone, nati dalle ceneri dei Green Rivers, avevano al loro interno Ament e Gossard che sarebbero poi i creatori dei Pearl Jam in seguito e quindi, semplificando, fin dal 1987 erano anima principe del movimento underground di Seattle.
3. Proprio con la morte di Wood (cantante dei MLB) si creò un progetto per la sua commemorazione chiamato Temple of the dog (uno dei più limpidi manifesti del grunge), che oltre ai citati Ament e Gossard, aveva al suo interno anche un giovane di San Diego, Eddie Vedder, che non devo certo dirvi dove lo ritroveremo per i vent'anni successivi.
Per questo ed un'altra serie di motivi basta col dire che i Pearl Jam non sono parte della rivoluzione grunge, altrimenti mi arrabbio [cit.]
A presto.
10 giugno 2009
[Python] Primi passi - Lezione 2
Adesso che abbiamo avuto il primo approccio col fantastico mondo di Python, non possiamo non soffermarci sulla sua sintassi. Infatti la scelta fatta dal buon Guido (se non sai chi è leggiti la prima lezione e segui i links) è stata quella di rendere mooooolto snella la scrittura del codice e di usare non tanto struttura con simboli e parentesi, ma semplicemente l'indentazione.
INDENTAZIONE
Vediamo di capire di che sto parlando con esempi pratici. Se volessimo scrivere un semplice ciclo IF con un linguaggio come PHP, sciveremo una cosa simile a:
Per fare la stessa cosa in Python invece scriveremo:
Come potete notare quindi bisogna porre molte importanza nell'utilizzo delle indentazioni e degli spazi, perché potrebbero generare degli errori non voluti. Quindi se volessimo annidare più cicli all'interno di funzioni o classi o cicli stessi, non dovrei far altro che procedere con indentazioni sempre più accentuate. Facciamo un esempio:
..e così via. Molto semplice non trovate? Perché voler complicarsi la vita quando il modo è già così complicato disse Rubik al suo pargolo.
Ma adesso siamo caldi e quindi affrontiamo un altro aspetto del linguaggio: i numeri.
I NUMERI
Python supporta molti tipi diversi di dati e durante la vostra vita di programmatore ne incontrerete molti di questi se non tutti e scoprirete presto che questo linguaggio vi aiuterà nella loro gestione. Prendiamo ad esempio i numeri e la loro diversità. In maniera trasparente per l'utente, anche se poi sono presenti espressioni per forzare queste assegnazioni, Python si occuperà di riconoscere e gestire numeri di natura diversa, siano essi interi, decimali o altro.
Attenzione signore e signori, parte la ruota del nuovo esempio:
otteremo:
Ohhhhhhhhhhhhh che meraviglia. Il nostro amico Python ha capito cosa gli stiamo passando e reagisce di conseguenza. Nelle righe 1 e 2 ho assegnato dei valori alle variabili, valori diversi, per poi sommarle (3) e stamparle (4).
Ci aspettano le stringhe, ma ce ne occuperemo nella terza lezione. A presto.
INDENTAZIONE
Vediamo di capire di che sto parlando con esempi pratici. Se volessimo scrivere un semplice ciclo IF con un linguaggio come PHP, sciveremo una cosa simile a:
if(condizione)
{
istruzioni
}
Per fare la stessa cosa in Python invece scriveremo:
1. if (condizione):
2. istruzioni
Come potete notare quindi bisogna porre molte importanza nell'utilizzo delle indentazioni e degli spazi, perché potrebbero generare degli errori non voluti. Quindi se volessimo annidare più cicli all'interno di funzioni o classi o cicli stessi, non dovrei far altro che procedere con indentazioni sempre più accentuate. Facciamo un esempio:
1. if(condizione):
2. istruzioni
3. if (altra condizione):
4. istruzioni
..e così via. Molto semplice non trovate? Perché voler complicarsi la vita quando il modo è già così complicato disse Rubik al suo pargolo.
Ma adesso siamo caldi e quindi affrontiamo un altro aspetto del linguaggio: i numeri.
I NUMERI
Python supporta molti tipi diversi di dati e durante la vostra vita di programmatore ne incontrerete molti di questi se non tutti e scoprirete presto che questo linguaggio vi aiuterà nella loro gestione. Prendiamo ad esempio i numeri e la loro diversità. In maniera trasparente per l'utente, anche se poi sono presenti espressioni per forzare queste assegnazioni, Python si occuperà di riconoscere e gestire numeri di natura diversa, siano essi interi, decimali o altro.
Attenzione signore e signori, parte la ruota del nuovo esempio:
1. a=1
2. b=2.2
3. somma=a+b
4. print somma
otteremo:
3.2
Ohhhhhhhhhhhhh che meraviglia. Il nostro amico Python ha capito cosa gli stiamo passando e reagisce di conseguenza. Nelle righe 1 e 2 ho assegnato dei valori alle variabili, valori diversi, per poi sommarle (3) e stamparle (4).
Ci aspettano le stringhe, ma ce ne occuperemo nella terza lezione. A presto.
Argomento:
lezione,
lezione python,
programmazione,
python,
software
17 maggio 2009
[Python] Primi passi - Lezione 1
Comincia con questo post la prima di una serie di lezioni (mini-lezioni a dire il vero) sull'apprendimento dell'utilizzo del meraviglioso linguaggio di scripting che risponde al nome di Python. Non vi farò la storia del linguaggio e cose del genere, visto che tutto è reperibile in rete e lo potrete facilmente trovare sul sito ufficiale in inglese, su quello in italiano o sulla la sempre valida Wikipedia.
Un'altra cosa che mi preme sottolineare è che non parlerò di come installare installare l'interprete sui vari sistemi, perché il mitico Python lo potrete usare ovunque vogliate, su un ambiente Linux, Windows o Mac OS X.
NOTA: Tutto quello che vi illustrerò è stato provato su una Debian con Python 2.5.2.
Ed ora basta coi preamboli andiamo al sodo disse l'uovo dentro la pentola.
PRIMO CODICE: CIAO MONDO
Prima di tutto sappiate che gli script creati in Python possono essere scritti/provati direttamente in console (digitando solamente il comando python) oppure creando uno script con un editor di vostra scelta ed esplicitando nella prima riga:
Ok, siamo pronti e come consuetudine scriviamo il classico Ciao Mondo:
Fatto abbiamo creato il primo output a video. Complichiamo un po' le cose dai..
L'output di questo sarà:
Non abbiamo fatto altro che inserire un variabile stringa (%s) dentro la nostra istruzione di print, per poi esplicitarla al termine della riga 2. Adesso ha poco senso questo modo di scrivere, ma vi assicuro che in futuro sarà vitale.
Come vedete istanziare una variabile è molto semplice, lasciando a Python la libertà di capire di cosa stiamo parlando se stringa, numero, ecc, ecc.. In realtà i doppi apici giocano un rullo in questa attribuzione ed infatti nella stampa a video ho chiaramente indicato la variabile come stringa (%s) e non altro.
All'inizio farete fatica a comprenderlo, ma poi tutto sarà estremamente chiaro specie dopo la seconda lezione dedicata alla sintassi del linguaggio Python, che è davvero necessaria per capire come scrivere script correttamente.
A presto terrestri.
Un'altra cosa che mi preme sottolineare è che non parlerò di come installare installare l'interprete sui vari sistemi, perché il mitico Python lo potrete usare ovunque vogliate, su un ambiente Linux, Windows o Mac OS X.
NOTA: Tutto quello che vi illustrerò è stato provato su una Debian con Python 2.5.2.
Ed ora basta coi preamboli andiamo al sodo disse l'uovo dentro la pentola.
PRIMO CODICE: CIAO MONDO
Prima di tutto sappiate che gli script creati in Python possono essere scritti/provati direttamente in console (digitando solamente il comando python) oppure creando uno script con un editor di vostra scelta ed esplicitando nella prima riga:
#! /usr/bin/env python
Ok, siamo pronti e come consuetudine scriviamo il classico Ciao Mondo:
1. print "Ciao Mondo"
Fatto abbiamo creato il primo output a video. Complichiamo un po' le cose dai..
1. string = "Daniele"
2. print "Ciao Mondo, io sono %s" % string
L'output di questo sarà:
Ciao Mondo, io sono Daniele
Non abbiamo fatto altro che inserire un variabile stringa (%s) dentro la nostra istruzione di print, per poi esplicitarla al termine della riga 2. Adesso ha poco senso questo modo di scrivere, ma vi assicuro che in futuro sarà vitale.
Come vedete istanziare una variabile è molto semplice, lasciando a Python la libertà di capire di cosa stiamo parlando se stringa, numero, ecc, ecc.. In realtà i doppi apici giocano un rullo in questa attribuzione ed infatti nella stampa a video ho chiaramente indicato la variabile come stringa (%s) e non altro.
All'inizio farete fatica a comprenderlo, ma poi tutto sarà estremamente chiaro specie dopo la seconda lezione dedicata alla sintassi del linguaggio Python, che è davvero necessaria per capire come scrivere script correttamente.
A presto terrestri.
30 aprile 2009
Linux magico
Che ormai GNU/Linux sia pronto per il desktop non è un mistero per nessuno e che esistano molte distribuzioni belle e pronte per tutti è fatto anche questo risaputo. Certo poi che forse proprio l'elevato numero di distribuzioni potrebbe spaventare l'utente monosceltafinestra che fino al momento della scelta di un distribuzione da provare non si è mai posto il dubbio. E qui arrivo io. Dopo mille peripezie e mille avventure ho trovato le distro che davvero mi hanno esaltato e che possono essere scelte senza nessuno indugio dagli utenti di mezzo mondo, siano essi novellini o smanettoni.
Tra questi nomi c'è quello di Debian. Si perché basta nel definire Debian come ostica e destinata solo all'utenza smanettona; la Debian è adatta a tutti e con la recente adozione dell'installer grafico, non c'è più nessuna remora al suo utilizzo.
Ma veniamo ai nomi e rispettivi link:
Queste scelte non tengono conto di altre 1000 distro e come notate hanno una base comune, cioè Debian. Non è la scelta che dovete fare perché è la migliore, è la mia scelta ed è basata sulle prove e sull'uso quotidiano, quindi la più attendibile.
Ciao a tutti.
Tra questi nomi c'è quello di Debian. Si perché basta nel definire Debian come ostica e destinata solo all'utenza smanettona; la Debian è adatta a tutti e con la recente adozione dell'installer grafico, non c'è più nessuna remora al suo utilizzo.
Ma veniamo ai nomi e rispettivi link:
Debian. La migliore distro a mio avviso. Ha meno tools automatici delle altre, ma ha solidità da vendere oltre ad essere la meno esosa come hardware richiesto. | Linux Mint è una piacevolissima scoperta degli ultimi mesi. E' bella, molto bella, curata e con tanti tools (mintools) per rendere facile la vita ai suoi utilizzatori. |
Ubuntu. Se c'è questa attenzione e questa diffusione di Linux nel mondo desktop lo dobbiamo sicuramente molto a questa distro. Come sempre ad altissimo livello e con un grande supporto hardware. | gOS è la più bella a mio avviso, in un testa a testa con la Mint. E' curatissima fin nei minimi particolari, con tanti gadget destinati alla rete che la rendono unica. |
Queste scelte non tengono conto di altre 1000 distro e come notate hanno una base comune, cioè Debian. Non è la scelta che dovete fare perché è la migliore, è la mia scelta ed è basata sulle prove e sull'uso quotidiano, quindi la più attendibile.
Ciao a tutti.
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