Già la mia generazione, quella che poi qualcuno avrebbe definito Generazione X, all'epoca non aveva più valori e non credeva in niente.
La religione? Non scherziamo, non ci interessava per nulla, al massimo eravamo atei, ma in realtà non ce ne fregava davvero un cazzo. Beh allora la politica? Ah qui invece l'interesse era... pure più basso, visto che il crollo del muro di Berlino prima e lo scandalo di mani pulite poi, ci aveva allontanato da quel mondo. Cosa restava ai ventenni degli anni novanta se non la musica? Da giovane squattrinato e pieno di insoddisfazione trovai una facile fuga da tutto proprio nella ribellione che era rappresentata dal sound di Seattle perché era così che mi vedevo: arrabbiato e con indosso la camicia di flanella pescata chissà in quale cesto dei vestiti vecchi. Non era una moda per me, ero fatto così.
Quindi i Cramberries da Dublino non erano esattamente i miei compagni di viaggio, no di certo. Ma arrivò alle mie orecchie Zombie e fu una sorpresa ed una scossa. Quella voce, ma chi cantava quel pezzo? Nel 1994 non era così facile avere accesso alla musica come lo è oggi, non esistevano certo Youtube o Spotify, al massimo c'era Videomusic.. Oltretutto non avevo soldi, comprare un disco era complicato, se lo avessi fatto per due settimane sarei dovuto restare a casa e niente Velvet il sabato sera, non era proprio possibile. Però il destino mi venne incontro ed il ragazzo di mie sorella, che era più grande di me e con un lavoro vero, si era comprato qualche CD tra i quali frugai e tralasciando Zucchero e Rod Stewart, c'era proprio No Need To Argue che ancora non sapevo fosse l'album che stavo cercando. Però vedendo Zombie tra i pezzi decisi di ascoltarlo, solo perché mi era piaciuto un "sacchissimo". E così conobbi Dolores e fu amore a primo ascolto. Non era il mio genere, non c'era nulla di tremendamente sconvolgente che mi facesse impazzire, no di certo, ma c'era lei con quella sua voce così particolare. Consumai quell'album, inutile dire che non lo restituii mai (è ancora qui con me) e chiedo scusa ancora oggi, ma non potevo più separarmi da lei.
Cosa strana è rimasto un caso quasi isolato, non mi sono mai avvicinato al genere pop-rock, anche se dei Cramberries ho preso praticamente tutto, recuperando negli anni quello che avevano pubblicato. Ed il motivo è sempre lo stesso, Dolores. La sua voce, il suo particolare modo di cantare, mi ha sempre smosso dentro qualcosa che andava oltre le gabbie mentali dentro le quali soggiornavano le mie orecchie.
Un altro caso strano, almeno per me, mi ha portato a scambiare due chiacchiere con un simpatico irlandese che mi insegnò la differenza tra glass e pint visto che al bancone di un pub di Temple Bar ordinai una birra media (sì, dissi proprio medium beer... che rozzo ed incivile), suscitando indignazione ed ilarità. Beh solo qualche minuto dopo la sua uscita di scena degli amici irlandesi mi dissero che quello era Mike Hogan e che c'era anche Dolores in quel pub. Insomma ci incrociamo a distanza di pochi metri e gli avrei voluto dire solo... grazie.
Ma ora Dolores non c'è più, ci ha lasciato così come tanti altri protagonisti musicali della mia gioventù prima di lei, ultimo in ordine di sventura Chris Cornell. Con tutti loro un pezzetto di me è morto, troppe ore passate insieme per far finta che in fondo tutto sia come prima. No, non lo è, ci hanno lasciato artisti straordinari e che hanno profondamente segnato il mio animo, e per me non è cosa da poco.
Certo, ci siamo divertiti, fottutamente divertiti, e se quella sera a Dublino non te l'ho potuto dire lo faccio ora: "Grazie Dolores..."