16 febbraio 2011

Debian rulez (2).

Come dicevo nel post sotto, Debian 6 è arrivata fra noi portando in dono tanta e tanta stabilità. Ho subito messo in piedi un bel serververino virtuale e la velocità di esecuzione dei vari servizi sembra notevole.

Colto da improvviso interesse, mi sono chiesto quante distro fossero tratte direttamente da Debian. Non parlo di quelle derivate da derivate, come ad esempio la Linux Mint che deriva da Ubuntu, ma quelle che derivano direttamente da lei.

Beh ci sono numeri davvero incredibili a mio avviso, visto che la lista delle distribuzioni derivate è davvero lunghissima. Alcune sono molto famose, come Ubuntu, altre molto interessanti come Xandros ed altre ancora minimali come Damn Small Linux.
Siamo davvero, come molti pensano, difronte alla madre delle distribuzioni? Probabile che la risposta sia affermativa, anche perché Debian non viene rilasciata solo con Kernel Linux , ma anche Hurd, NetBSD e KFreeBSD.

Quindi rock 'n roll cara Debian...

15 febbraio 2011

Debian rulez.

Amo Debian alla follia, non c'è server e non c'è soluzione professionale che non contempli la distro pensata e sviluppata con estrema attenzione. Vi dico questo perché è notizia di qualche giorno fa che è stata rilasciata Debian 6.0 "Squeeze", esattamente il 6.02.2011.

Leggiamo sul sito della distro che: "Dopo 24 mesi di sviluppo costante, il progetto Debian è orgoglioso di presentare la sua nuova versione stabile 6.0 (nome in codice "Squeeze"). Debian 6.0 è un sistema operativo libero e per la prima volta viene fornito in due varianti. Accanto a GNU/Linux, con questa versione viene introdotta, come "anteprima tecnologica", Debian GNU/kFreeBSD." [continua].

Qualcuno dice che non è realmente cambiato nulla, ma anche questa è la forza della perfezione. Dare l'impressione di immobilità, andando in realtà alla velocità della luce.

06 febbraio 2011

I miei Superbowl

Amo fare classifiche, non è un mistero, sono sbrigative e rendono subito l'idea di quello che pensi. Ed allora nel giorno del superbowl perché non farlo coi miei preferiti?

NUMERO 5
XLIII - Pittsburgh Steelers - Arizona Cardinals 27-23: Gli Steelers sembravano morti e cotti, ma poi la ricezione finale che entra nella storia.

NUMERO 4
XXXIX - New England Patriots - Philadelphia Eagles 24-21: In questa partita mi sono divertito come un pazzo e poi vederlo vincere così, con un field goal allo scadere, è stato davvero incredibile.

NUMERO 3
XXXII - Denver Broncos - Green Bay Packers 31-24: Partitone di Terrell Davis, che fece tutto, soprattutto vincere la partita.

NUMERO 2
XXXVIII - New England Patriots - Carolina Panthers 32-29: Una partita bellissima e che non mi aspettavo, specialmente l'ultimo quarto lo ricordo con estremo piacere.

NUMERO 1
XXXIII - Denver Broncos - Atlanta Falcons 34-19: Il trionfo del mio John Elway, che a 38 anni spiegò cosa vuol dire essere un vincente. Ho ancora i brividi e sono passati un bel po' di anni.

Speriamo dopo la sfida di stasera tra Steelers e Packers di poter modificare questa lista.

05 febbraio 2011

Spese di produzione.

Incuriosito dal discorso di qualche giorno fa, ho sentito un amico che si mantiene (beato lui) suonando la sua fida Matilda (una Les Paul). Beh mi ha sciorinato a grandi linee le percentuali d'impatto delle varie attività di produzione di un'opera musicale:

Spese produzione
Registrazione 3%
DRM 9%
Royalties artista 20%
Fabbricazione 11%
Distribuzione 20-22%
Promozione 15%
Account amministrativi 13-15%
Gestione resi 5-9%

Spese vendita
Ricarico commerciante
IVA

Prendendo per buone queste percentuali, il discorso fatto per la distribuzione e i DRM hanno un peso molto più alto di quanto avevo trovato Googolando qua e la.

I nuovi modi di diffondere la musica sono quindi l'unico modo possibile per la diffusione senza dover pesare troppo ed immotivatamente sulle tasche dei normali utenti.

Tuffarsi in un mare di Python.

Qual'è uno dei migliori modi per affinare la conoscenza del linguaggio creato da Guido Van Rossum? Semplice, immergersi nel pitone. Se qualcuno di voi si sta chiedendo se sono pazzo, sappiate che mi riferisco ad una delle migliori opere ancor oggi in circolazione e tra l'altro ha anche la particolarità di essere anche un libro gratuito, cosa che non guasta mai.

Si trattano nel libro argomenti ad ampio spettro abbracciando anche temi non sempre affrontati da altre pubblicazioni simili, come una sezione molto esaustiva sulla manipolazione degli XML. Ovviamente non è aggiornato all'ultima versione del linguaggio, ma è una lettura da fare assolutamente, che chiarirà molti dubbi.

Un sentito grazie all'autore per lo sforzo fatto e perché a distanza di qualche anno permette la libera diffusione delle informazioni.

Linus Torvalds, ma perché?

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere un'intervista o meglio uno scambio di battute, durante il Linux.org.au con Linus Torvads come protagonista.

Il padre del kernel linux ha detto queste bellissime parole su Debian, una delle distro storiche, se non la più storica: "Ho sempre pensato che il progetto Debian non avesse molto senso perché lo scopo di una distribuzione deve essere quello di rendere le cose semplici, non complicate. Grazie ad Ubuntu molti utenti si sono avvicinati al nostro sistema operativo, in particolare quelli che provenivano da passate esperienze con Windows e Apple".

Ma non si è fermato qui. Ha tessuto inaspettatamente le lodi di Android e quindi di Google, affermando che la diffusione del sistema operativo mobile ha reso i dispositivi portatili più intelligenti, si ha usato proprio questa parola.

Ho enorme rispetto ed un notevole senso di gratitudine per Linus, ma trovo la sua una uscita infelice e del tutto priva di buon gusto. Non voglio certo negare che Ubuntu ha fatto avvicinare molti a GNU/Linux, ma è anche vero che le finalità di Debian sono altre. Poi a dire il vero Debian negli ultimi anni è cresciuta molto anche come usabilità, ma evidentemente il nostro eroe è un po' che non la installa in qualche sua partizione.

Sul mio computer oggi gira una Mint, che forse è ancora più semplice di Ubuntu (da cui è derivata), ma non farei mai un server(ino) con qualcosa di diverso da Debian e privo della sua stabilità e sicurezza. Ricordo che Debian rilascia solo versioni di software non solo sicuri, ma anche testati e poi ancora testati.

Però il mondo è bello perché è vario e quindi viva tutte le opinioni.

01 febbraio 2011

Artisti senza guadagno?

Oggi ho letto un'interessante intervista di Francis Ford Coppola, regista della saga del Padrino e del meraviglioso Apocalypse Now, che ha dichiarato che non sta scritto da nessuna parte che un artista debba guadagnare e far soldi per la sua arte. Citando testualmente il Coppola pensiero: "Mi spareranno per avere detto questo..Ma chi ha detto che l’arte deve costare del denaro? E che gli artisti devono guadagnare?"

Davvero un concetto molto interessante quello espresso dal grande regista che fa riferimento anche al passato ed alle corti di artisti: "
Gli artisti non hanno mai avuto denaro. Avevano un mecenate, il capo di stato o il duca di Weimar. Oppure, da qualche altra parte, la chiesa o il papa. O avevano un altro lavoro."

Questa è una posizione estrema, ma di sicuro interesse. La distribuzione dei brani, dei film ed in generale delle opere audiovisive con l'espansione della rete, ha subito un radicale cambiamento e chiaramente non ha tenuto il passo con i nuovi mezzi. Vessare i prodotti con tasse e balzelli spesso ingiustificati, è un autogol clamoroso. Tutto questo non fa altro che rimandare l'inevitabile, cioè la fine dell'attuale modo di diffondere l'arte.

Una volta dominava la radio, poi i dischi in vinile e poi i CD. C'è stato il periodo della televisione e oggi domina la diffusione sulla madre di tutte le reti. Notare che le spese di produzione di un CD musicale sono circa il 7% ed altrettanto per la distribuzione rispetto al prezzo finale, cosa che può far facilmente capire che iniziare a togliere queste spese dalla diffusione non fisica del supporto, inciderebbe già subito per un 14-15% del totale. Le tasse e le cosiddette royalties invece incidono per un valore variabile, ma comunque troppo alto, considerando anche e non solo quelle dell'artista, ma anche dall'etichetta e delle varie categorie, oltre all'immancabile SIAE.

Ma la soluzione c'è ed è a portata di click. Nei vari stores specializzati si può personalizzare la ricerca e l'acquisto anche di singoli brani, anche se per qualità, diffusione e completezza e sopratutto fiducia dell'utente, c'è ancora qualcosa da fare. Gli internauti nel mondo sono due miliardi e quindi la fruizione dei contenuti, per chi non se ne fosse accorto, è già cambiata. Lastfm, Youtube ed affini solo per citarne alcuni, stanno riscrivendo il concetto di visualizzazione (anche se coniugare questo con il "pagamento" del dovuto è davvero difficile).

Ovvio che l'era del tutto free è passato, ma anche quella del paga perché devi farlo. Una giusta via di mezzo è un diritto ed un dovere di tutti i soggetti coinvolti e trovare una strada per valorizzare gli artisti e non penalizzare gli utenti è quello che tutti noi ci auspichiamo.

Rock and roll a tutti.

Tondo è bello...

Tondo è bello...